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Spazio vibrante e cariche vitali l'opera dipinta da Ornella Stefanetti.
Bagliori e luminosità improvvise sature di ritmo e di segnali mistici.
Una pittura tutta giocata sulla luce.
Una luce che parte dal segno e divide a riquadri, che scompone in una sorte di cubismo, che tende a mostrare, in accurata analisi, la natura di suoi molteplici aspetti, creando forme geometriche semplici o variamente composte o sovrapposte.
Nasce così, nasce da questa impostazione la luce di Ornella Stefanetti.
Una Luce che solo un poco per volta diventa colore.
Tocca e si esalta nei suoi lati.
Una luce che penetra, fatta di grandi accensioni, friabile e tersa.
Una luce che è apparizione della natura che si mostra per contrasti, per sussulti.
L'impostazione è essenziale quasi schematica.
Il colore bianco piove da ogni parte, diventa ghiaccio, appare e contribuisce a suddividere, il verde vi si innesta a corrompere, a precisare a distanziare.
È tutta una pittura di vitalità, di tempo che scorre, è tutta armonia di poesia, di arte.
Un'arte positiva, liberatrice, che canta la bellezza estrema della natura.
(DR. Giogio Falossi -
Atmosfere magiche dove le tonalità chiare e luminose creano raffinate trasparenze cromatiche. Le linee rette orizzontali e verticali creano un alone surreale di sogni ed emozioni, di attese e di mistero che la memoria ha modificato col passare del tempo dando la sensazione di uno spazio irreale.
(Prof. Luigi Sergi)
Con "Manuel" Ornella Stefanetti ha dipinto un disinvolto ritratto d'ambiente nel quale emerge la figura di un chitarrista colto in un momento di pausa mentre si rivolge alla platea degli spettatori.
Nell'espressione concentrata del giovane c'è la tensione propria di chi si esibisce in pubblico e allo stesso tempo l'autrice ha saputo rendere il senso di un atmosfera rinunciando ad una minuta descrizione. Lavoro, dunque, di sintesi cui sono bastati pochi elementi per rendere assai viva una situazione.
8 agosto 2014
(Prof. Aldo Maria Pero -
Uno sviluppo realista un’immagine che esprime concretezza nel linguaggio ben distribuito, un trasporto un sentimento ben evidente nella trasportazione degli elementi pittorici, realismo che infinge una emblematica nota poetica.
(Gilberto Carpo)
"donna a faccia in giù"
Rappresenta l'aspetto frustrante della posizione sociale, culturale o psicologico della donna nella società contemporanea.
La risultante è sicuramente sconcertante nel passare dalle idee ai fatti.
La donna contemporanea, oltre ad essere madre o moglie deve rivestire ruoli sociali che la mettano in grado di poter essere indipendente o quantomeno tutelata nella crescita personale.
Eppure questi diritti, spesso vengono violati dalla semplice ignoranza che pone l'immaginario collettivo della donna ad una figura subalterna, incapace di potersi muovere con le proprie gambe.
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Mi sono sempre domandato quale sia la miglior opportunità di chi intende dedicarsi all’arte, pittura o scultura che sia.
Vi sono stati nella storia di queste discipline, aspetti e considerazioni di vario tipo: autodidatta, scuole accademiche, ed altri studi ispirati a maestri, alle volte non necessariamente grandi.
Questo ha sviluppato nell’arte momenti in cui la continuità, il raccogliere elementi, hanno permesso ad alcuni pittori la possibilità di collocare i propri sentimenti.
Le intuizioni, un assimilare linguaggi che hanno accostato vedute ed osservazioni.
Mi sovviene il grande Van Gogh nel suo operare quanto sia stato debitore di Millet.
Ed altri ancora il rifarsi a correnti ed artisti.
Nulla di più positivo quando questo è un supporto alla crescita, per sviluppare ed approfondire potenziali intuizioni.
Voglio citare una frase di Picasso che mi sembra pertinente: “l’arte nasce anche dall’arte”.
Ho voluto fare questa prima considerazione, questo primo cappello introduttivo, per parlare di Ornella Stefanetti, pittrice a me conosciuta da tempo e posso dire ha mosso i primi passi in pittura cogliendo miei suggerimenti.
Lo sguardo primo in cui si è rivolta la nostra è il pittore toscano Paolo Frosecchi, il quale è stato motivo di una compagine espressiva alla quale fu dedita per un periodo.
Il carattere e il piglio di Ornella nel tempo rivolgono altrove la propria dimensione pittorica.
La parte prettamente figurativa si misura nella trasposizione e nel rimando degli elementi e nell’inserimento di nuove visioni. Ho chiaro i suoi limoni, i cartocci, i nudi, i fiori, giocati ed assaporati nell’accostamento cromatico che ho già avuto modo in passato di parlare con inserzioni e critiche positive.
La pittrice vive e si armonizza nel rapporto d’amore con la pittura e il suo impegno frequente alla passione e alle sue note di merito.
Una figurazione che si snoda nel gioco compositivo nell’intensità del cromatismo assumendo un sapore poetico.
Il passaggio successivo pone la Stefanetti all’impegno di avvicendarsi e mutare verso una nuova visione.
Già nella sua prima fase si notava una diversificazione degli elementi cromatici, due aspetti completamente distinti: uno caldo, sensuale, appagato ed esaudito con i suoi nudi, con i limoni dove la carne e la materia diventano descrizione di un sentire, una fonte, un patos portato ad una reale osservazione, nondimeno una esplosione di sentimento a cui la sua prorompente visione dimostra e manifesta, vitalità ed energia.
Nel profondo dell’animo umano gli aspetti dell’individuo non sono mai così univoci in particolar modo nel gioco dell’arte dove lo scavare nel profondo porta alla luce interiorità spesse volte sconosciute.
Ed è in nuove ricerche che la nostra pittrice si cimenta, un diverso modo di interpretare il colore, cambia e modifica il suo dire coloristico.
Il nuovo sguardo, esterna un cromatismo espresso in una rappresentatività dove l’impeto è più misurato e i colori si fanno più freddi ma più articolati nella geometria della forma. Ornella si colora l’anima di azzurrini, di grigi: i colori si spengono per vivere in altro racconto, in un'altra visione, una intensità meno evocativa, più addolcita senza per questo perdere spessore.
È un sentimento che affiora da una interiorità una introspezione.
Dai rossi, dai gialli, dalle terre, ai tenui colori del cielo, per introdursi in un nuovo esordio.
Lascia il suo primo amore (in arte non è mai detto).
Una separazione netta, una contradizione in essere quasi volesse disgiungersi ma volutamente esprimere quel dualismo sino nel porsi ad una netta separazione delle due, per introdursi come già si nota ad un'altra avventura alla ricerca, un’indagine verso una raffinata scomposizione dell’immagine, esultando una visione per sfociare in una astrazione composta di piccole geometrie significative che si intrecciano, che si incontrano, che si sfuggono, in superfici e profondità.
Uno stato d’animo di intraprendenza formale.
Un aspetto che la pittrice vive in senso sospeso e riposto ad esperienze vissute nella forma dei fiori quale primo passaggio all’astrazione.
Oggi dilatati in estensione quasi in un magico divaricare delle forme.
La Stefanetti, una personalità poliedrica in continuo trasformarsi dove il soggetto non è altro che speculativo alla composizione e alla contemplazione estetica.
Un’estetica che la porta ad una sospensione dove due parti di un’anima si scontrano o quando si compendiano, o di quanto luna vuol sopprimere l’altra, o la verità di Ornella è nelle due diverse parti, divisione o congiunzione, “vedere o non vedere”, si vuol far nascere e morire nel momento creativo.
Un albero che vuol nascere e il linguaggio che si rivolta contro e quanto la forma si impone sul linguaggio, è un nascondere per non rendere palese.
È così nelle ultime opere nel delicato omaggio floreale e dell’albero in momenti svaniti dopo essermi fatto queste domande più o meno lecite, la Stefanetti è fatta così, prendiamo la sua pittura e raccogliamo ciò che si impone nelle sue opere.
Nella sua duplice osservazione è comunque legata da una unità estetica ciò che la rende peculiare.
(Gilberto Carpo -
Ecco, dunque il senso della posa fetale del soggetto, rannicchiata su se stessa e con il volto occultato alla vista dell'osservatore che scruta un corpo spersonalizzato di cui vengono in luce rotondità fascinose, geografie armoniche che stimolano lo sguardo alla contemplazione del visto e del non visto, del mostrato e del celato ma dove si perde il concetto dell'identità.
Nell'anonimia di questi fattori, viene immortalata una donna come tante, che si presta ai nostri occhi attenti ma incapaci di scorgere un dettaglio che ci consenta di riconoscerla.
Ecco, dunque, una madre, una moglie od un qualsiasi ruolo istituzionalizzato dalle leggi di quest'epoca giacere nella propria nudità e sconfiggere concettualmente con la purezza le classificazioni che quella data civiltà avrà imposto ai suoi figli nel modo di vedere e giudicare.
(A. Domenico Tarrico)
Critica dal volume "Eccellenze"
Si tratta di una pittrice in bilico tra il detto e non detto, l’assenza e la presenza. L’immagine della donna con intorno gli oggetti della sua quotidianità, in uno spazio precisato, ma nel contempo allusivo, ci riporta alla memoria la ricerca pittorica di Jessi e Boswell, pittrice unica nel gruppo dei Sei di Torino. Il disegno pittorico ha una sua classicità e la stesura del colore ha il garbo di un acquarello inglese.
(Paolo Levi)
Solo chi ha il dono della pittura può riuscire a ottenere risultati così persuasivi, dovuti non soltanto al volto della donna appena tratteggiato, ma non per questo meno espressivo, ma anche dalla raffigurazione ambientale legata a una quotidianità vaga, più allusiva che descritta, e a un evento imprecisato.
(Stefania Bison)
L’Artista Ornella Stefanetti dosa sapientemente timbri, contrasti e complementi tonali; sa creare atmosfere delicate e rivela un equilibrio compositivo profondo, nella realizzazione dei suoi dipinti che con originalità si distinguono. Nelle opere di Ornella Stefanetti le forme e i colori sono armoniosi, freschi, vivaci e sensuali. Costruisce con un colore caldo, luminoso una struttura sicura che permette la più naturale resa dal vero riuscendo con abilità intellettuale a cogliere l’espressione e l’animo delle persone che ritrae.
(Sandro Serradifalco)
La pittura della Stefanetti è dinamica attraente, attuale, dotata di una grande caratteristica: non passa inosservata. Questo è il segno della sua originalità. Stupendi i ritratti che si servono di una tecnica perfetta e cercano di cogliere, con grazia e sensibilità, sottili attimi della intimità femminile. Dipinge con mano sicura, decisa meticolosa, esigente nel particolare. Dalla tavolozza della natura trae quei colori capaci di sublimare i sentimenti e le forti impressioni che le immagini sprigionano con suggestivo fascino emotivo. Nelle sue tele si coglie tutto il dinamismo e l’entusiasmo della vita, con sinfonia cromatica per affermare la reale e indubbia estrazione espressionistica.
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Il mio voto va all’opera numero: 22 di Ornella Stefanetti.
Motivazione: “Una discreta e potente sobrietà tonale caratterizza l’opera di Ornella Stefanetti.
La pittura, esplicita e profonda, rivela anche l’animo dell’artista e osservando l’opera si avverte il senso poetico delle cose. “
Pomezia, li 27/09/2013
Giulio Buonanno (scrittore ed esperto d’arte)
Sulla curva di un notturno carico di poesia, l’estensione di una nostalgia, il ricordo di una passione, il vissuto che vibra nel segno di Stefanetti.
Le protagoniste sembrano dialogare con se stesse in uno spazio in cui i sentimenti concorrono a calibrare luci e ombre.
Sensualità e vitalismo accarezzano le membra mentre si caricano di una decisa valenza espressiva capace di aggiungere consistenza al contenuto.
A volte una lieve intonazione malinconica aleggia sul significativo sviluppo volumetrico, è un realismo che si concede all’immaginario onirico, un incanto che si lascia stillare in gocce di colore e fascinazione.
(Antonella Iozzo -
“Still life”, la vita silenziosa su tela di Stefanetti ci guarda intrisa di struggente bellezza.
Limoni vividi e veri irrompono di sensualità, una modulazione ariosa che vibra nel candido bianco irrorato di luce.
Questa sensibilità naturalistica ci porta a vedere le cose nella loro verità, qualità espressiva nella quale il visibile si concentra e si solidifica nella rugosità del frutto dipinto.
C’è il tempo che si ferma, c’è l’eco sentimentale di eternità e c’è la luce distillata, perforante che s’interna nella materia e diviene pittura adagiata su un corpo pieno, solido e morbido.
Linee soavemente espressioniste, volumi e curve tornite o tormentate, centimetri di pelle filtrate di emotività razionale, un’intensa tensione che dilaga nella spazialità e ricade sui nostri occhi.
(Antonella Iozzo -
Tele che parlano che esprimono l’intima personalità pittorica di Stefanetti.
Mute presenze bloccate, in una ripartizione spaziale lineare, da una luce ferma, evocano la voce del corpo, plastica poesia evidenziata da un colore tonale.
Si cambia scena e un’ultrarealtà sembra filtrare la sensualità di una bellezza statuaria, tornita, costruita per volumi.
Velatura dopo velatura, pennellata dopo pennellata la consistenza vellutata dell’epidermide prende vita davanti ai nostri occhi.
Una fascinazione conturbante nello spazio ben costruito e distribuito da un effluvio di leggerezza, una sinfonia di bianchi, un acquarello azzurro nel cielo limpido e terso, un mondo che entra da una finestra spalancata.
(Antonella Iozzo -
Allieva costante, silenziosa, appassionata Ornella Stefanetti, un impegno di zelo, di scrupolo.
Un perseverante gioco forza, ferrea volontà.
E’ nella sua natura raccogliere i frutti dal contendere delle sue sfide e di questo è impregnata la sua personalità pittorica, il suo esprimersi ed il suo pathos.
Misura sé stessa nella trasposizione visiva; un rimando fra romanticismo e realtà: il nudo alla finestra “RISVEGLIO” ne è il simbolo ed il verismo; emblema di richiamo al concetto di amore rivolto alla finestra, uno sguardo nell’infinito come richiamo alla memoria.
La sublimazione si coniuga e si dispone nell’intima contemplazione di un ricordo.
La struttura del corpo della donna, una sensualità quasi gridata, partecipativa, assunta in una efficace e modulata plasticità contrapposta dalla trasparenza e dalla leggerezza della tenda, essa accentua il dualismo: veridicità e sentimento, sentimento celato e vissuto nei ricordi, tra le pieghe del tempo.
Intimità dichiarata.
Un’assopita timidezza che avvolge la musicalità del segno nel “NUDO SDRAIATO”.
Una sensualità raccolta castigata ed attesa di essere giocata, assaporata nella poetica dei sensi. Una rarefazione della poesia.
Una sottile, se pur accennata, astrazione.
Nell’opera dei “FIORI” non è astratto assoluto, perché Ornella recupera la sua concretezza e la guida e la fonde con la sua anima.
Un aspetto, che la pittrice vive, nel senso più riposto: a un tempo sospeso.
Il linguaggio, la percezione compositiva, il fondo e la figurazione, si armonizzano in un rapporto d’amore.
Nella sensibile visione dell’intensità, nel cromatismo, si snoda il gioco compositivo dei “LIMONI”: depositati lievemente nel panno bianco.
L’opera assume uno spessore poetico.
I “LIMONI” sono inclini ad un invito, non a raccoglierli, ma ad entrare nell’intima sostanza della sua anima.
L’impulso vitale, la liricità, il richiamo alla conservazione e la gestualità nello strappo nell’aprire quel “CARTOCCIO”.
Un’offerta di musicalità e di colore, una dilatazione, uno sgravio ed un parto di più elementi, fanno di quel “CARTOCCIO” una ricchezza di emozioni.
La struttura quasi cubistica dell’involucro, sino a sembrare una rivelazione nelle pieghe, fa fatica antropologica.
E’ così che si esprime la nostra pittrice: istintiva nella scelta dei contenuti e tuttavia efficace nella struttura formale.
(Maestro Gilberto Carpo)
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